Io odio l'estate.
Cioè, adoro il caldo, i vestitini leggeri, i sandali e ballare sotto la pioggia.
Odio il fatto che l'estate sembra tirare fuori il peggio delle persone.
Vediamo di capirci.
Gente che piange miseria a destra e a manca, salvo poi intasare la home di Facebook con dieci milioni di scatti delle vacanze, tutti instagrammati e tutti uguali.
Sottoinsieme: CoinquiGL che piange miseria per mesi, lascia casa dicendo di non avere più soldi (lasciandomi col sedere per terra da un giorno all'altro, o quasi), poi mi manda cartoline dall'altra parte del mondo, mi telefona dalla casa in montagna, e per finire mi chiede se ha altro tempo per togliere le sue cose perché nel nuovo appartamento dove andrà a stare (ah và??) non ha ancora il letto. Testuale.
Allieve rimandate a settembre di due o tre materie che se ne vanno a Londra, a Malta, a Parigi, in Sardegna o a Stocazzemburg e spariscono bellamente con la benedizione dei genitori perché, cito, «povera crista, deve riposarsi un po'!». E certo, se lo merita. Se avessi portato a casa anche solo mezza insufficienza i miei mi avrebbero mandata a zappare la terra a calci in culo, altro che riposo e vacanze.
Allieve che tornano da Stocazzemburg, si dimenticano di venire a lezione, accampano qualche scusa del tipo «non avevo letto 26, ma 27!» e quando chiedi gentilmente loro di «prestare più attenzione, la prossima volta» cominciano a frignare.
Genitori che dimenticano una verità fondamentale: quando prendi appuntamento con un professionista, se non disdici entro un certo limite di tempo lo paghi comunque. Punto. Stop. Solo un insegnante deve essere l'unico cretino che pretendi di pagare quanto un cameriere e al quale ti permetti di tirare un pacco allucinante (e di avere pure ragione)?
E poi le parole. Santi numi, quante parole sono cambiate in questi giorni! Tanti di quegli slittamenti semantici che non mi ci raccapezzo più.
Corti di Cassazione per le quali dare della battona a una escort è reato. Quindi, se con tanta ironia le faccio notare, che so, «sei una diversamente casta che affitta i propri orifizi al miglior offerente», va tutto bene e nessuno si può offendere?
Amnistie che diventano «agibilità politiche». Quindi, putacaso, un senatore della Repubblica può essere «agibile» come una casa lesionata da un terremoto, una cantina dopo un nubifragio, un cesso dopo un allagamento. Ma agibile, esattamente, per chi?
Stimati professori amanti di Dante che di notte si trasformano inavvertitamente in amanti di allieve minorenni, finiscono in carcere a metà agosto lasciando sotto choc una piccola città borghese chiesarola di provincia (cercate su Google, cercate), ottengono i domiciliari e suscitano un vespaio: colpa delle allieve che volevano avere voti migliori! Quelle svergognate! No, il mio professore non ha colpa, lui è un genio, mi ha fatto amare Dante, io lo amo! No, a Saluzzo queste cose non succedono, noi siamo gente perbene! No, non giudicate, chi è senza peccato scagli la prima pietra, un errore capita a tutti!
Ora, a parte il fatto che si può far amare una materia senza per forza mettere in mezzo sommovimenti inguinali (con «lascia pur grattar dov'è la rogna» il buon Dante intendeva altro, fidatevi). Errare è umano, avere cinquant'anni e scoparsi le proprie allieve sedicenni o giù di lì è da pedofilo. Ma sarò all'antica io, evidentemente. A questo punto fissiamo la maggiore età alla comparsa della prima mestruazione e buonanotte al secchio.




