venerdì 8 marzo 2013

Bilancio

Tesi consegnata.

Alla faccia della giovane e scheletrica tesista number two del mio relatore, che ha amato chiedermi con la sua vocina melliflua e il suo sguardo da serpe: «ma non finisci più?». Risposta pensata: «ti piacerebbe, carina...». Risposta pronunciata: «sì, guarda, mi piace a tal punto che penso continuerò per sempre. Ma non è che abbia scritto e basta, in questi mesi: ho anche fatto altro... sai com'è, fuori di qui io ho una vita».

Alla faccia delle mie amiche, o presunte tali, che continuavano a chiedermi di unirmi al loro cazzeggio pur sapendo benissimo che avevo da concludere le ultime cose e da lavorare, e che appena ho finito la stesura sono sparite e hanno cominciato a scagarmi. E va bene, dolcezze: io so aspettare, e vedremo chi si divertirà quando anche voi dovrete lavorare per vivere.

Alla faccia del mio relatore, che ci metteva ogni volta una settimana a correggere quattro cagate in croce e che si prenderà mille euro sull'unghia, così.

Alla faccia della mia contro-relatrice, che mi massacrerà per qualunque virgola fuori posto e che non si scomoda a leggere tesi che non siano superfighe, rilegate in pelle umana et similia (e certo, tanto mica paga lei. Vuole anche una fettina del mio deretano, già che c'è? Ne ho giusto un po' da smaltire).

E in fondo lo so che non è importante, che non vuol dire nulla, che non mi aiuterà ad avere un lavoro migliore e che tra qualche anno guarderò con tenerezza mista a imbarazzo quelle duecentosessantatré pagine rilegate in seta rossa. Però, in questo momento, ho voglia di pensare una sola cosa: e chi se ne frega? Ho consegnato la mia tesi di laurea magistrale, accidenti. Rispetto a chi non può neppure cominciare gli studi perché non trova i soldi, o l'incoscienza necessaria a buttarsi senza certezze di quel che sarà, sono comunque una privilegiata. Comunque vada, questi cinque anni mi hanno dato tantissimo, in termini umani, didattici e professionali, facendo quella che per me è la cosa più bella del mondo. Questo, nessuno me lo potrà mai togliere.

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