Il problema non è avere a che fare con gli allievi, ma coi genitori.
Mamma preoccupata che mi telefona alle 12:30 per chiedermi se posso andare a casa sua alle 15:30 invece che alle 15 (quando mi ero messa d'accordo autonomamente con la mia allieva già giovedì scorso) perché «sai, altrimenti mia figlia oggi mangia soltanto un panino».
Oh, povera stella.
Ora, a parte il fatto che quando andavo a scuola ero talmente stanca, e avevo già mangiato tante schifezze delle macchinette durante la mattinata, che a fine lezione più che uno spuntino non riuscivo a fare.
Ma insomma: non mi pare che per un panino sia mai morto di fame qualcuno. Io stessa stasera cenerò a chissà che ora con un tramezzino sfigato, sul 14, di ritorno dalla ridente Nichelino, e non è certo il caso di farne un affare di Stato. Chi per lavoro è costretto a pranzare sempre coi panini, allora, che cosa dovrebbe dire?
E che cosa dovrebbe dire chi nemmeno li ha, i soldi per un panino?
E che cosa dovrebbe dire chi nemmeno li ha, i soldi per un panino?
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