Tutte ne abbiamo avuto (almeno) uno, e tutte abbiamo desiderato di renderlo possibile, anzi reale, anche soltanto una volta, anche a distanza di anni rispetto al primigenio scoppiare dell'ardore e del desiderio dell'estasi d'amòr.
Amore in senso lato, sia chiaro. Lo si può intendere anche in maniera prettamente fisica e il succo della storia è sempre lo stesso. Cambiando la natura degli addendi, ciò che non cambia è il pensiero che balena nella testa di una giovane donna, o anche meno giovane, di fronte al GF (che non sta per Grande Fratello bensì per Gran Fàigo, o Gran Figo che dir si voglia) in questione: «Cosa non darei...! Ma tanto non succederà mai».
C'è una tipologia di GF, in particolare, il cui incontro è destinato a lasciare seri strascichi sul sistema nervoso di un'esponente del gentil sesso: il bellone del liceo. Ah, che anni meravigliosi! Che palpiti, che batticuori, che rossori ogni volta che si vedeva il GF! Eh, non si può pretendere più di tanto: al liceo si è ancora delle cucciole, pensieri cretini inclusi (noi non eravamo bimbeminchia soltanto perché all'epoca, nel Paleolitico, la bimbominchitudine era ancora di là da venire), e come dice la mia saggia amica BB l'adolescenza è l'età della scemenza...
Ora, nei miei anni giovanili trascorsi a Città Mesopotamia, il mio liceo era popolato per un buon 85% da tenere fanciulle e bastarde tagliagole. Nonostante la desolante penuria di fauna maschile, però, o forse proprio per questo, il buon Dio delle Studentesse ci aveva fatto dono di più di un bel giovane con il quale rifarci gli occhi. C'era Luca B., capelli lunghi e occhi chiari, con l'aria da freakettone sempre un po' assonnato. Nicolò G., che noi chiamavamo Jesus, meraviglioso finché non apriva bocca: un viso angelico e la voce di uno che avesse appena ingoiato per intero una patata bollente, che delusione la prima volta che lo sentii parlare. Il professor P., non esattamente bello ma affascinante, con la sua ironia un po' dolente, e il professor C., molto bravo e talmente bello da farci amare la matematica. Andavo al laboratorio di fisica moderna che teneva al pomeriggio per riuscire a capire le lezioni di fisica classica della mia professoressa al mattino. Erano tutte cotte di lui, al punto che volta una donzella finse di svenire durante un'interrogazione per poter cadere tra le sue braccia (la mia amica Scilla, i cui occhi ancora s'illuminano se si parla di lui, quando lo venne a sapere se la prese terribilmente, lanciando improperi contro «quella ragazzina stupida», testè soprannominata La Svenevole, e in realtà, ho sempre sospettato, maledicendosi per non averci pensato prima).
E poi c'era Mister E. Rispetto ai capelluti esseri summenzionati, non avrebbe potuto essere più diverso: capelli cortissimi e moderatamente truzzetto. Ripensandoci, non è che fosse un divo di Hollywood, ma i suoi occhi da siculo trapiantato al nord, le sue labbra carnose e la sua espressione da bambino mi piacevano da matti. Quando io ero una scamorza di quarta ginnasio, lui era un aitante giovane di prima liceo (in realtà era più grande, ma il classico evidentemente doveva piacergli al punto da decidere di fermarcisi due anni in più): inevitabilmente doveva diventare il mio personalissimo GF. Pensavo che non mi vedesse neanche e risulta ovvio che non presi mai il coraggio a due mani, cosicché i successivi due anni trascorsero tra scambi di occhiate furtive e sguardi di fuoco. Poi per lui arrivarono gli esami di maturità e fu così che non lo vidi più.
Saltiamo a qualche anno dopo: il liceo è un ricordo che si appresta a divenire lontano, altri amori sono stati vissuti e il brutto anatroccolo quattordicenne si è trasformato in una ventunenne in procinto di scrivere la tesi triennale. La giovane donna in questione ha un account Facebook, così come il GF dei bei tempi andati... galeotto fu il social network e Zuckerberg che lo inventò, i due si ritrovano e cominciano a scriversi, per poi incontrarsi.
Con mia grande sorpresa, scopro che l'umanoide in questione è affascinato da me, e anche tanto. Ammettiamolo: il sogno della ragazzina che c'è in ognuna di noi è diventare la Gran Fàiga di quello che è stato il nostro GF. Dopotutto ne va del nostro orgoglio e del nostro amor proprio, dannazione. Ecco, se esistesse una provvidenza divina, a questo punto della storia dovrebbe pararmisi davanti Gandalf con una spada, che mi intimi con fare perentorio: «Tu non puoi passare!», oppure: «Fuggite sciocchi!», o altre cose di questo genere. Invece no. Lo rivedo, lo rivedo ancora, in breve mi ritrovo coinvolta in un tourbillon amoroso mica da ridere. Il fatto è che da un piedistallo si può solo cadere, e d'improvviso l'antico GF mi appare in tutti i suoi difetti: a parte il fatto che si è fatto crescere i capelli (anche lui?) in ritardo di un decennio e non mi sembra più tanto bello, il fanciullo ha superato il quarto di secolo di vita e ancora è alla triennale di Lettere Moderne (per inciso, il pezzo di carta non arriverà che due anni dopo... avrebbe fatto meglio a frequentare Scienze del Cazzeggio: a quest'ora avrebbe già una cattedra), ascolta ancora il genere di musica che ascoltavamo sette anni prima, non si riesce a intavolare con lui un discorso serio nemmeno se ci mette mano la Madonna. Fa all'incirca il giornalista sportivo (argh) che si occupa di calcio (doppio argh), per la precisione di squadrette locali che interesseranno sì e no allo 0,0001% del genere umano (triplo argh), e andrebbe anche bene, se solo non se la tirasse all'inverosimile. Dopo aver letto i suoi articoli ho pensato: tiratela meno, scrivi da cani, non sei Gianni Brera, bontà di Dio!
Last but not least, il fatto che fosse, da sempre, considerato un bel ragazzo non l'ha mai portato a dover faticare per conquistare una donna; c'era sempre una ragazzina adorante e disponibile. Quando abbiamo iniziato a vederci non ha fatto il minimo sforzo per conquistarmi, dando per scontato che ci sarei sempre stata e che avrei preso per oro colato qualunque banalità proferita dalla sua bocca e qualunque carezzina svogliata.
Va da sé che, nel giro di poco tempo, sono migrata verso altri lidi. E il signorino è pure stato capace d'insultarmi! Oh, povero piccolo, povera creatura incompresa e non abituata a essere scaricata. Povero GF trasformato in un GP (Gran Pirla). Mi ha cancellata dagli amici di FB e non l'ho più visto né sentito.
Morale della favola: certe volte è meglio che i sogni restino nel cassetto a fare la muffa.