mercoledì 5 giugno 2013

Manualetto per direttori d'orchestra (parte prima)


(adattato da un post che ho trovato geniale)

Venti consigli teorico-pratici per gli incapaci che si improvvisano direttori d'orchestra, utili al fine di una pacifica sopportazione da parte dei poveri fachiri orchestrali.

Premesso che la direzione d'orchestra comporta le tre seguenti regole ferree e irrefutabili:

A) Conoscenza il più possibile approfondita della partitura che si deve dirigere
B) Possesso di un'idea musicale chiara e definita da trasmettere agli esecutori
C) Essenzialità e inequivocabilità del gesto

e dando per scontato che non siate in grado di garantire i suddetti fondamentali, invito a seguire le seguenti istruzioni:

1. Il battere è in giù, il levare è in su; i tempi deboli solitamente si segnano con movimenti laterali del braccio; evitate di indicare con la bacchetta o con gesti vari gli esecutori, o di dare attacchi con lo sguardo o facendo «sì» velocemente con la testa; ricordatevi che meno vi muovete, meno danni fate.

2. Nella preparazione del gesto ci sono già il tempo e la dinamica (e coi maestri seri anche il colore), se fate un movimento da parcheggiatore aeroportuale non potete aspettarvi che un'orchestra attacchi piano, e se fate scatti da centometrista aspettatevi che parta in "prestissimo con fuoco" anche di fronte ad un "largo e mesto".

3. Non usate mai espressioni come «...facciamo dal vostro trrrrr», «...partiamo dove i bassi hanno quel zum zum» «...dopo il bum del timpano tutti fermi» etc..; usate riferimenti professionali come l'ordine alfanumerico delle battute o il nome delle note.

4. Non fate lezione di storia della musica, non spiegate agli orchestrali la vita di Beethoven, Mozart o Bach, nemmeno steste illustrando le meraviglie di uno specchietto colorato ai selvaggi di un'isola remota; ammesso e non concesso che ci sia qualcuno che non sappia già da diecimila anni quello che state raccontando, ricordatevi: l'orchestrale di solito vuole solo suonare sicuro di arrivare in fondo al brano che esegue con tranquillità, di tutto il resto non gliene frega un c...

5. Evitate espressioni astruse: «voglio un suono smerigliato», «sussurrate come perle che rotolano in un secchio d'argento», «datemi un colore felpato», «lusingando ma con fermezza», etc.: gli orchestrali sono persone molto suscettibili, soprattutto alle dieci del mattino.

6. Se un esecutore sbaglia una o più note è colpa sua.
Se un esecutore stona una o più note è colpa sua.
Se un esecutore va per aria forse è colpa sua, forse è colpa vostra.
Se una sezione va per aria forse è colpa del capofila, forse è colpa vostra.
Se due sezioni vanno per aria è colpa vostra.
Se un'orchestra intera va per aria è colpa vostra.
Se un'orchestra intera non vi segue è colpa vostra.
Se un'orchestra intera attacca un altro tempo è colpa vostra.
Se al decimo tentativo l'orchestra si assesta su un tempo differente dal vostro, ha ragione l'orchestra, e quindi è colpa vostra.

7. Se una orchestrale è in gonna corta e muove insistentemente le gambe accavallandole a più riprese, tranquilli, non sta cedendo al vostro fascino travolgente di grande maestro; probabilmente si veste così perché le va punto e basta, se ambite a una conquista evitate di fare i duri e/o gli splendidi durante la prova, scendete dal podio e approcciate in separata sede con naturalezza e gentilezza. Di solito funziona meglio così, anche se nulla è scontato.

8. Le pause nel lavoro esistono e si devono fare, non si «concedono». E servono anche a voi.

9. Nelle corone si sta fermi. Fermi!

10. La mano destra è per l'orchestra, quella sinistra serve ai cantanti, ad esempio per guidarli quando eseguono le cadenze in duo, terzetto quartetto ecc., oppure per dare un attacco al coro; se le muovete entrambe quando non serve, aspettatevi l'attacco a tradimento di due/tre sezioni dell'orchestra.

(continua)

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