Implacabile e indesiderato come la terza rata dell'IMU, arriva il momento-serietà. Sento qualcosa che mi opprime lo stomaco, e non sono le arancine gentilmente offerte dagli amici palermitani in occasione di santa Lucia (tanti auguri a me). Di cose su cui avrei da dire ce ne sarebbe un mucchio, ma per ovvi motivi di spazio e di tempo devo sceglierne alcune.
Primo. Nella Giornata Mondiale della Pace, la massima autorità della Chiesa Romana Cattolica e Apostolica comunica al mondo che l'eutanasia, l'aborto e le nozze omosessuali sono «una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace». Sic.
Ora, non posso definirmi una detrattrice a priori della persona in questione, ma nemmeno una fan sfegatata. Di Benny Sixteen apprezzo la cultura e la maggiore sobrietà mediatica rispetto al suo predecessore. Si tratta, però, di sola forma. Sui contenuti, molto spesso non potrei essere in maggiore disaccordo.
In un momento del genere, con tutto quello che sta accadendo (dalla guerra in Siria alla peggior crisi economica dalla Seconda Guerra Mondiale, passando per fame, sfruttamenti, gente che si uccide perché non sa più che cosa mettere in tavola ai figli e gente che spara all'impazzata in una scuola elementare e uccide venti bambini), siffatte esternazioni sono un'offesa all'intelligenza e alla dignità umana.
Sarebbero questi, i veri problemi del mondo? Permettere a chi soffre terribilmente di andarsene in pace? Fare sì che donne che compiono una scelta difficilissima non debbano anche affrontare il peso supplementare di essere trattate da assassine? Oppure lasciare che chiunque possa amare chi vuole, fino in fondo, con tutti i diritti e i doveri civili che ne conseguono? Povera illusa, io pensavo che la pace fosse messa a rischio da questa maledetta guerra tra poveri che da un po' di tempo a questa parte conosciamo tutti e che si è andata a sommare a tutte le altre guerre. Nonostante l'età, non imparo proprio a non essere idealista.
Come corollario al punto precedente, Benny Sixteen non si risparmia e ci delizia con la benedizione alla portaparola del Parlamento ugandese, incidentalmente promotrice della riforma dell'attuale legge contro omosessualità e bisessualità. Se la riforma andrà in porto, le pene per questi "reati" andranno dall'ergastolo alla morte. Inutile dire che si è sollevato un vespaio, tanto più che la signora fa parte della genìa di coloro che pretendono di estrapolare passi evangelici per dimostrare che l'amore non eterosessuale è «contro natura» e «va contro il volere di Dio».
C'è chi ha detto: Lucy, sei tu che pensi male, benedire non equivale a dare un appoggio, il contenuto del colloquio non si sa, anche Gesù pranzava coi peccatori ma non per questo peccava con loro. Ora, mettiamoci bene in testa che di Gesù ce n'è stato (per chi ci crede) uno, e sfido chiunque a trovare un individuo in grado di comportarsi con l'esatta rettitudine attribuitagli dai vangeli. La vita di Gesù dev'essere una spinta a comportarsi meglio, non un alibi per le nostre mancanze. Inoltre, cosa che ad alcuni sembra essere sfuggita, Gesù non era il capo di una delle più importanti e note istituzioni del pianeta. Benedetto XVI sì. Piaccia o no, qualunque sua azione ha un significato politico, oltre che religioso. Non può non sapere che un atto del genere può essere agevolmente interpretato come una precisa presa di posizione, soprattutto dopo le sue ultime esternazioni.
Su un'altra cosa, però, vorrei soffermarmi. L'espressione «contro natura», scientificamente e anche logicamente, è una balla colossale. Come fa a essere contro natura una cosa che esiste in natura? C'è, è presente tra gli animali e noi non facciamo eccezione, punto. Un gatto con la testa di Pamela Anderson e tre antennine verdi sulla pancia, casomai, è contro natura, sempre che non lo trovino mai. Se scopriranno che esiste, non sarà contro natura nemmeno lui.
Quanto al famigerato «volere di Dio», una cosa soltanto: BASTA. Sfido chiunque a trovare un passo nei vangeli, uno solo, che condanni l'omosessualità. Ma questi individui hanno letto davvero i vangeli? Troppo comodo dirsi cristiani accontentandosi della predica della domenica. Non sono protestante, ma quella cultura ci ha regalato una grande conquista: libero esame e sola Scriptura. Bisogna leggerli, i testi, studiarli a fondo. Me l'ha insegnato san Gerolamo, che nel lontano 394 scriveva, a proposito di quello che reputava un errore molto grave, parole di una modernità sconcertante: «qualunque cosa dicano la considerano legge di Dio e non si degnano di sapere che cosa intendessero i profeti, che cosa gli apostoli, ma adattano testimonianze bibliche che non c'entrano nulla alle proprie idee, come se fosse una nobile maniera espositiva, e non la peggiore, alterare i contenuti e trascinare a proprio piacimento una Scrittura che recalcitra» (Hier. epist. 53, 7). Troppo comodo giustificare le peggiori nefandezze con il volere di Dio. «Dio lo vuole», Deus vult: ma COSA? Se esiste un Dio, mi piace pensare che voglia l'esatto contrario di quello che dicano loro. Un dio che volesse la discriminazione, l'intolleranza e la morte di persone che vivono diversamente dalle altre non sarebbe un dio, ma un demonio. Oltre a essere, beninteso, una palese contraddizione in termini con la divinità di amore e pace in cui si dice di credere.
Buona Novella, questa sconosciuta...
C'è chi ha detto: Lucy, sei tu che pensi male, benedire non equivale a dare un appoggio, il contenuto del colloquio non si sa, anche Gesù pranzava coi peccatori ma non per questo peccava con loro. Ora, mettiamoci bene in testa che di Gesù ce n'è stato (per chi ci crede) uno, e sfido chiunque a trovare un individuo in grado di comportarsi con l'esatta rettitudine attribuitagli dai vangeli. La vita di Gesù dev'essere una spinta a comportarsi meglio, non un alibi per le nostre mancanze. Inoltre, cosa che ad alcuni sembra essere sfuggita, Gesù non era il capo di una delle più importanti e note istituzioni del pianeta. Benedetto XVI sì. Piaccia o no, qualunque sua azione ha un significato politico, oltre che religioso. Non può non sapere che un atto del genere può essere agevolmente interpretato come una precisa presa di posizione, soprattutto dopo le sue ultime esternazioni.
Su un'altra cosa, però, vorrei soffermarmi. L'espressione «contro natura», scientificamente e anche logicamente, è una balla colossale. Come fa a essere contro natura una cosa che esiste in natura? C'è, è presente tra gli animali e noi non facciamo eccezione, punto. Un gatto con la testa di Pamela Anderson e tre antennine verdi sulla pancia, casomai, è contro natura, sempre che non lo trovino mai. Se scopriranno che esiste, non sarà contro natura nemmeno lui.
Quanto al famigerato «volere di Dio», una cosa soltanto: BASTA. Sfido chiunque a trovare un passo nei vangeli, uno solo, che condanni l'omosessualità. Ma questi individui hanno letto davvero i vangeli? Troppo comodo dirsi cristiani accontentandosi della predica della domenica. Non sono protestante, ma quella cultura ci ha regalato una grande conquista: libero esame e sola Scriptura. Bisogna leggerli, i testi, studiarli a fondo. Me l'ha insegnato san Gerolamo, che nel lontano 394 scriveva, a proposito di quello che reputava un errore molto grave, parole di una modernità sconcertante: «qualunque cosa dicano la considerano legge di Dio e non si degnano di sapere che cosa intendessero i profeti, che cosa gli apostoli, ma adattano testimonianze bibliche che non c'entrano nulla alle proprie idee, come se fosse una nobile maniera espositiva, e non la peggiore, alterare i contenuti e trascinare a proprio piacimento una Scrittura che recalcitra» (Hier. epist. 53, 7). Troppo comodo giustificare le peggiori nefandezze con il volere di Dio. «Dio lo vuole», Deus vult: ma COSA? Se esiste un Dio, mi piace pensare che voglia l'esatto contrario di quello che dicano loro. Un dio che volesse la discriminazione, l'intolleranza e la morte di persone che vivono diversamente dalle altre non sarebbe un dio, ma un demonio. Oltre a essere, beninteso, una palese contraddizione in termini con la divinità di amore e pace in cui si dice di credere.
Buona Novella, questa sconosciuta...


Sono pienamente d'accordo con te, fossero questi i problemi del mondo e gli ostacoli alla pace! E poi, pur con tutto l'amore che nutro per i bambini, bisogna dire una cosa: oggi l'uomo non ha più bisogno di riprodursi per far sopravvivere il genere umano. E se anche una coppia di uomini o di donne omosessuali volesse farlo, potrebbe rivolgersi a delle strutture competenti che possono aiutarli in più di un modo. La Chiesa preferisce tacciare queste pratiche di immoralità ma solo per non sporcarsi le mani scendendo sul piano dell'etica pubblica vera e dovendo entrare in un dibattito dal quale così facendo si esce ancor prima di entrare, dicendo "no è immorale. Addio". Dunque, sono perfettamente d'accordo con la tua analisi e sarei felice se ci fossero tante più teste pensanti a riflettere su questi temi con l'acume con cui ragioni tu! Anche se è proprio su questi temi che sale la rabbia, pensando a quanto poco siamo pronti a pensare in questo Paese e quanto, invece, siamo proni ai dettami altrui, soprattutto se questi "altri" sono sacerdoti o il Papa...
RispondiEliminaOk, così ho risposto solo su una delle questioni ma la risposta per le altre due è in linea con questa: l'aborto è una questione talmente delicata che dovrebbe essere una decisione in capo alla libertà di ciascuna donna coinvolta, perché ci sono casi in cui il pericolo di tenere un bambino è talmente alto da giustificare l'aborto nonostante in genere la linea standard sia quella di difendere l'embrione. Sull'eutanasia, credo che bisognerebbe almeno poter fare chiarezza sulle molte modalità in cui si può intervenire in questi casi, perché la maggior parte delle volte la Chiesa accusa anche pratiche che non sono vera eutanasia, ma altre forme di aiuto e assistenza del malato - legittime. Credo che si possa dire che sì, siamo d'accordo!
S.