Una poesia, non molto conosciuta, sull'assurdità della guerra. Di tutte le guerre.
«Scavate: troverete le mie ossa
assurde in questo luogo pieno di neve.
Ero stanco del carico e del cammino
e mi mancavano il tepore e l'erba.
Troverete monete ed armi puniche
sepolte dalle valanghe: assurdo, assurdo!
Assurda è la mia storia e la Storia:
che mi importavano Cartagine e Roma?
Ora il mio bell'avorio, nostro orgoglio,
nobile, falcato come la luna,
giace in schegge tra i ciotoli del torrente:
non era fatto per trafiggere usberghi
ma per scavare radici e piacere alle femmine.
Noi combattiamo solo per le femmine,
e saviamente, senza spargere sangue.
Volete la mia storia? È breve.
L'indiano astuto mi ha allettato e domato,
l'egizio m'ha impastoiato e venduto,
il fenicio m'ha ricoperto d'armi
e m'ha imposto una torre sulla groppa.
Assurdo fu che io, torre di carne,
invulnerabile, mite e spaventoso,
costretto fra queste montagne nemiche,
scivolassi sul ghiaccio vostro mai visto.
Per noi, quando si cade, non c'è salvezza.
Un orbo audace m'ha cercato il cuore
a lungo, con la punta della lancia.
A queste cime livide nel tramonto
ho lanciato il mio inutile
barrito moribondo: "Assurdo, assurdo"».
assurde in questo luogo pieno di neve.
Ero stanco del carico e del cammino
e mi mancavano il tepore e l'erba.
Troverete monete ed armi puniche
sepolte dalle valanghe: assurdo, assurdo!
Assurda è la mia storia e la Storia:
che mi importavano Cartagine e Roma?
Ora il mio bell'avorio, nostro orgoglio,
nobile, falcato come la luna,
giace in schegge tra i ciotoli del torrente:
non era fatto per trafiggere usberghi
ma per scavare radici e piacere alle femmine.
Noi combattiamo solo per le femmine,
e saviamente, senza spargere sangue.
Volete la mia storia? È breve.
L'indiano astuto mi ha allettato e domato,
l'egizio m'ha impastoiato e venduto,
il fenicio m'ha ricoperto d'armi
e m'ha imposto una torre sulla groppa.
Assurdo fu che io, torre di carne,
invulnerabile, mite e spaventoso,
costretto fra queste montagne nemiche,
scivolassi sul ghiaccio vostro mai visto.
Per noi, quando si cade, non c'è salvezza.
Un orbo audace m'ha cercato il cuore
a lungo, con la punta della lancia.
A queste cime livide nel tramonto
ho lanciato il mio inutile
barrito moribondo: "Assurdo, assurdo"».
Primo Levi, L'elefante.

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