L'anno nuovo si avvicina.
Per la verità sono fortemente tentata di tifare Maya, asteroide e compagnia bella, ma mettiamo che anche stavolta non succeda nulla? Sempre meglio premunirsi e stilare, come sempre, una lista di buoni propositi da buttare in caciara entro metà gennaio.
Visto che di buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno, quest'anno ho deciso di cambiare: non provo neanche a scrivere cose del tipo «andrò a correre tutti i giorni», «eviterò di friggere le patatine nel burro» o «scriverò trenta pagine di tesi al giorno» (per la gioia del mio relatore, il quale già sostiene che io scriva troppo). Complice l'approssimarsi del compleanno di Jesus Christ, la mia lista per il 2013 sarà una via di mezzo tra una letterina a Babbo Natale e una wishlist zeppa di cose assolutamente irrealizzabili, ma che in fondo ho sempre sognato.
Allora, cominciamo. Per Natale e l'anno venturo vorrei:
- avere improvvisamente una voce bellissima e cantare in modo meravigliosamente sexy. Una di quelle voci che quando le senti non puoi invidiare chi le possiede, ma solo cedere le armi. La voce di Antonella Ruggiero quando cantava Solo tu con i Matia Bazar, per intenderci.
- svegliarmi e avere le gambe più lunghe di 10 cm. Mia madre mi adorerebbe, perché non l'assillerei più chiedendole di accorciarmi tutti i pantaloni. Il mio beneamato mi adorerebbe, perché non mi lamenterei più di essere una puffa. Idem con patate per i miei amici. In poche parole, mi adorerebbero tutti e alla mia autostima gioverebbe non poco.
- inventare e brevettare una cucina autopulente. Risparmierei tempo e farei la felicità delle massaie (e dei massai, perché no?) di tutto il mondo, oltre che un pacco di soldi.
- discutere la tesi in maniera strepitosa, sentirmi dire «dottoressa, 110 punti sono pochi per il suo lavoro, in suo onore abbiamo introdotto 5 punti supplementari»!», laurearmi con 115 e lode, dignità di stampa e trovare subito qualcuno che sia effettivamente disposto a cacciare la grana e pubblicare le mie sudate carte. Il bacio accademico lo lascio a qualcun altro, tanto in università da noi sono tutti bruttini.
- (segue dal punto precedente) festeggiare degnamente la laurea magistrale: folle oceaniche che inneggiano al mio nome, mio padre che si dimentica di detestarmi perché ho scelto di non laurearmi sei mesi in anticipo con l'acqua alla gola, un paio di legioni romane che mi portano in trionfo urlando hominem te memento, memento mori («ricordati che sei umana, ricordati che devi morire») e io che rispondo «sì, MO' ME LO SEGNO», Giulio Cesare che risorge per l'occasione, Pericle anche. Per non parlare di Alessandro Magno, che mi sussurra in greco antico che Rossane non è nessuna in confronto a me e col quale trascorro una fugace ma intensissima notte d'amòr. Risorge anche Freddie Mercury, i R.E.M. si riuniscono, ma sì mettiamoci in mezzo anche Pavarotti: tutti insieme fanno un concerto indimenticabile nel giardino di casa dei miei e io, che ho nel frattempo acquisito la voce di Antonella Ruggiero, canto con loro.
- aprire una scuola, usando i soldi guadagnati col brevetto della cucina autopulente. Ovviamente s'iscrivono ventordicimila persone in un batter d'occhio e ho il lavoro assicurato per i secoli dei secoli.
- inventare una macchina del tempo, andare nel Trecento e chiedere a Dante che cosa diamine si fosse fumato.
- avere un'intuizione geniale, scrivere uno studio eccezionale e beccarmi in men che non si dica una cattedra nella mia materia.
- avere un angelo che tutte le mattine mi porta la colazione a letto, mi massaggia i piedi e il collo, mi racconta come vanno le cose dall'altra parte (in latino, così mi esercito). Visto che è un angelo avrà una voce celestiale, per cui dovrà anche cantare per me: mi raccomando, però, Symbolum '77, qualsiasi altra canzone di chiesa e l'intero repertorio di Céline Dion sono off limits, altrimenti diventa tutto troppo prevedibile.
- fare un colpo di Stato in Vaticano e diventare PAPA. Sbattere fuori dalla Chiesa i pedofili, i ladri, i mafiosi e i criminali. Aprire al sacerdozio e all'episcopato femminile, alle coppie di fatto, al mondo LGBT, abolire l'obbligo del celibato ecclesiastico e cambiare dall'interno quel che non va, invece di prendermela con chi non fa nulla di male per insignificanti problemi autoinventati.
- da papa, ordinare un restyling delle divise delle Guardie Svizzere. Comprarmi la Svizzera. Comprarmi tutte le fabbriche di cioccolato della Svizzera. Prometto però che userei i proventi della vendita del cioccolato per fini etici.
- sposarmi, senza però dover presentare il mio beneamato a nessuno. Niente pranzo di nozze con millanta miliardi di parenti miei e suoi, niente strascico di mattina che è la quintessenza della tamarrìa, niente soldi da spendere in cazzi inutili come il suddetto pranzo, le partecipazioni e le bomboniere.
- abolire i suoceri. Siete i genitori di vostro figlio, ok, ma che nessuno venga a rompermi le scatole su come vivo o che cosa faccio con lui. MAI!
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