Stamattina mi sono svegliata avendo in mente uno di quegli aforismi che, a furia di passare di bocca in bocca, nessuno sa più chi abbia pronunciato. C'è chi dice che sia un proverbio cinese, o chissà, forse è una frase di uno di quegli scrittori che agli aforisti facebookiani ossessivo-compulsivi piace tanto anche se non hanno mai letto un loro libro. Ognuno dice la sua. Nel mio lavoro, le fonti hanno un'importanza capitale, eppure mi sento di dire che in questo caso non è importante chi davvero abbia scritto questa frase: se non è più di nessuno, allora è di tutti, e il bello è proprio questo.
La frase in questione è:
«Quando il vento del cambiamento comincia a soffiare, alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento».
E ho avuto un pensiero improvviso, un po' come l'epiphany di Joyce ma molto più in piccolo. Di solito, nella nostra cultura, gli unici mulini a vento cui si pensa sono quelli di Don Chisciotte. Li scambiava per mostri pericolosissimi e li combatteva con tutte le sue forze, inutilmente. Anche noi diciamo «combattere contro i mulini a vento» per intendere una lotta vana, che non possiamo vincere, che ci sfibra e ci frustra. Ma se invece avesse ragione quel proverbio? Quelli che crediamo temibili avversari, i nemici mortali della nostra sicurezza e della nostra stessa vita, potrebbero diventare i nostri migliori alleati. A condizione di saperli sfruttare, certo. Forse passiamo troppo tempo a lottare contro le cose sbagliate.

I mulini a vento mi danno una sensazione di cambiamento, positivo o negativo, ma sempre cambiamento.Ed è sempre meglio che costruire muri.
RispondiEliminaAnche perché i muri, se non hanno buone fondamenta, prima o poi crollano... ed è tutta fatica sprecata.
RispondiEliminaLeggo che anche tu sei di Torino e ne sono lieta. Mi piace ospitare concittadini.
Sì esatto anche io di Torino.
RispondiEliminaMi piace qui :)