Cara Fede,
eravamo "vicine di classe" al liceo. Non siamo mai state amiche per la pelle, ma in quell'ambiente pieno di figlie di papà e di bastarde tagliagole eri una delle poche a avere la mia stima. Quasi ogni giorno ci mettevamo a parlottare nei corridoi, o alla fermata dell'autobus, e ti ricordo, per quel poco che ti ho conosciuta, come una bella persona. Simpatica, divertente, sempre gentile. Ti adoravano tutti. Negli anni dell'università ci siamo un po' perse, ma ogni volta che ci vedevamo era un piacere incontrarti.
Forse è un bene che non abbia saputo prima della tua malattia, che non ti abbia vista negli ultimi giorni: sarò egoista, lo so, ma mi piace pensare a te come una ragazza sorridente, bella e con una grandissima luce negli occhi. Sarà così che parlerò di te ai miei figli, quando mi chiederanno di quando ero giovane. Voglio che abbiano una bella immagine di te, come l'avrò sempre io: la leucemia si è portata via la tua vita, non voglio che si mangi anche il tuo ricordo. Eri, sei, una persona che trasmette gioia e non meriti di essere ricordata con tristezza.
Addio, Fede, e riposa in pace. Forse ci rivedremo, un giorno. La terra ti sia lieve.
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